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RUBRICA/ Abbigliamento femminile nel XV Secolo

Rubrica “Alla scoperta del XV secolo” – 08.04.2013
Abbigliamento femminile nel XV Secolo
A cura di Giulia Marini

Come per l’abbigliamento maschile, gli indumenti da donna venivano divisi in “Robe per di sotto” e “Robe per di sopra”. Tra le robe per di sotto troviamo: camicie, guarnelli, gamurre e cotte. Sia per le donne che per gli uomini, la camicia è il primo indumento indossato direttamente sulla pelle; questa è lunga e spesso larghissima, e, a seconda delle disponibilità economiche, confezionata con tele pregiate, d’Olanda, di Reims, di Cambrai, di bisso di lino. Le maniche sono lunghe e molto larghe.

castellani_ghirlandaio_03aSulla camicia veniva indossata la Gamurra, una veste che si usava per uscire di casa abbinata quasi sempre alla sopravveste, di lana per lo più sfoderata, di colore scuro, morello o paonazzo. Questo capo è ampo, aperto davanti e chiuso da file di bottoni o con cordicelle di seta finite all’estremità con puntali metallici a volte d’oro o d’argento, gli Aghetti o Agugelli; le maniche sono spesso staccate dalla veste, realizzate in tessuto e colore diverso da quello della gamurra e finemente decorate con perle e ricami.

In estate l’abbigliamento è caratterizzato dalla cotta e dalla giornea. La Giornea è una sopravveste di origine militare adottata nel XV secolo anche da donne, è smanicata e aperta sui fianchi, e in qualche caso anche davanti. Veniva spesso realizzata con ricche stoffe,e, se si doveva utilizzare anche in inverno, veniva foderata in pelliccia. Ghirlandaio e Piero della Francesca ci offrono bellissime immagini di cotte e giornee.

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Classica sopravveste invernale era invece la Pellanda, caratterizzata da una linea fluente e maestosa che aderisce al seno e si allarga, allungandosi nello strascico. L’ampiezza della veste viene raccolta in pieghe o in cannelli da una cintura posta un poco più in alto della vita. Potevano essere foderate o bordate di pelliccia e decorate con affrappature, liste, galloni e perle attorno allo scollo, lungo i bordi, all’orlo e ai polsi. Le maniche erano potevano essere lunghe e ampie, come ad esempio nell’Italia settentrionale, o più strette come le troviamo in Toscana. Le Calze di solito erano di panno bianco o rosso, ma per le donne di elevata estrazione sociale se ne trovano alcune di seta ricamate. Un raffinato e particolare sostegno delle calze erano i Corregini, presumibilmente nastri di seta o velluto antenati della giarrettiera.

All’inizio d160px-Meister_des_Jouvenel_des_Ursins_001_detail_1el Xv secolo compaiono particolari copricapi femminile dalle foggie più svariate: da quelli con due lunghe corna a forma di coni che le fanno sembrare una sella rovesciata, chiamati appunto a Sella, a l’Hennin, un alto cono con un velo inamidato o morbido che dalla punta ricade libero. La fronte, come possiamo osservare in molti ritratti del periodo è resa alta e spaziosa con la depilazione.

Questi singolari copricapo, chiamati “alla di là” erano di origine francese e fiamminga;  mentre di origine tipicamente italiano è il Balzo, di forma rotondeggiante, è formato da tessuti preziosi avvolti su di un intelaiatura rigida. Sempre di forma tondeggiante troviamo anche le ghirlande, decorate con piume di pavone, fiori e foglie d’oro LegendofSan_giorgioe d’argento, perle o gioielli. I copricapo più comuni rimanevano comunque le cuffie, le berrette e gli asciugatoi. Le cuffie più semplici erano di lino bianco, mentre le più ricche potevano essere di tessuti preziosi e arricchite di ricami d’oro. Un copricapo semplice e sobrio è l’Asciugatoio, di lino bianco, o listato con liste o ricami blu o neri sui lati corti che veniva posato sul capo e arrotolato oppure poteva ricadere sulla nuca fino alle spalle in modo da incorniciare il viso. Venivano usati anche Veli e Veletti, acconciature delle donne non più giovanissime, delle  vedove e imposti alle monache. Non mancano cappelli di paglia, cappucci, berrette di lana, reticelle d’oro, lenze, frenelli.

Le scartall_chopinespe, per tutto il secolo, mantengono una forma leggermente appuntita, senza le esagerazioni trecentesche. Troviamo scarpe basse, di stoffa o di pelle morbida. Troviamo poi le pianelle femminili che erano a volte tutt’altro che piane, bensì veri e propri trampoli, criticati però dai moralisti e dai medici, essendo per la loro altezza causa di pericolose cadute. Per essere permesse, dovevano avere un’altezza appena sufficiente a riparare le scarpe dal fango, invece raggiungevano altezze incredibili, fino a cinquanta centimetri. Al museo Correr sono conservati due splendidi esemplari risalenti alla seconda metà del ‘400, la loro stupefacente altezza è di cinquanta centimetri in un caso e cinquantadue nell’altro. Molto utilizzati erano anche gli zoccoli, usati sia dagli uomini che dalle donne, erano però molto più bassi e con suola di legno. Questi venivano usati non solo nelle campagne, ma anche in città per proteggere le scarpe dal fango e dalla sporcizia delle strade.

FONTE: Paola Fabbri – Articolo pubblicato su Ars Historiae N. 5 Gennaio/Marzo 2006 e N. 6 Aprile Giugno 2006

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